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Tipi di Termometro: Quale Scegliere?

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Il termometro è uno dei dispositivi medici di più comune utilizzo, tanto in ambito medico/ospedaliero quanto privato.

Fu Galileo Galilei nel lontano 1607 a inventare il primo rudimentale modello di termometro.

Nel corso dei secoli questo strumento ha conosciuto notevoli progressi e migliorie, passando dall’essere un dispositivo meccanico a digitale, con funzioni sempre più precise e avanzate.

Nella scelta del migliore termometro entrano in gioco quindi molti fattori, dal contesto dove si utilizza al tipo di paziente interessato fino al tipo di misurazione necessaria.

Andiamo a vedere quali sono ora i principali tipi di termometro in commercio, approfondendone le caratteristiche, per rendere l’acquisto da parte dell’utente più corretto e consapevole. 

Il termometro: a cosa serve (in breve)

Il termometro è quello strumento che permette di rilevare in modo semplice e veloce la temperatura corporea. 

Ciò è permesso dal fatto che si utilizza una grandezza fisica che subisce modifiche al variare della temperatura, che sia una sostanza liquida, gassosa o solida. 

Negli ultimi anni si sono sempre più diffusi dispositivi che utilizzano una tecnologia digitale, molto più precisa. 

La temperatura corporea media di un essere umano è di 37°C, ma può variare molto da soggetto a soggetto, oltre che dalla zona di misurazione. 

Per esempio la temperatura delle estremità corporee, mani e piedi, può essere sostanzialmente diversa da quella media corporea a seconda del vestiario e delle condizioni climatiche. 

L’importanza di scegliere un termometro preciso e affidabile

La scelta di una tipologia di termometro rispetto a un'altra dipende da diversi fattori. 

Vanno considerate variabili come l’intervallo di temperatura nel quale il dispositivo è in grado di funzionare, la sua precisione e le eventuali scale di temperatura utilizzate.

Oppure ancora, le sue dimensioni, che dipendono da dove deve essere utilizzato, così come la sua alimentazione in caso di termometro digitale, nonché la possibilità di salvare i dati rilevati.

Tutto ciò ovviamente in funzione dell’utilizzo che si deve fare del termometro, dove e su quali soggetti si utilizza, oltre che il tipo di rilevazione di temperatura necessaria. 

Risulta chiaro comunque che precisione e affidabilità siano le due caratteristiche principali che un utente si aspetta nel momento in cui acquista un termometro. 

Tipi di termometro: tradizionale, digitale, a contatto, a orecchio o a distanza

Esistono quindi in commercio vari tipi di termometro

Il termometro per la misurazione della febbre tradizionale sfrutta una dilatazione meccanica di una sostanza al variare della temperatura. In origine questa era il mercurio (bandito però dal 2009 per la sua tossicità), mentre ora si utilizzano altre sostanze più ecologiche. 

Un puntale viene collocato nel punto della rilevazione, tipicamente l’incavo ascellare. Il variare della temperatura incide sul volume del mercurio presente in un tubicino, che dilatandosi percorre una scala graduata indicante la temperatura corporea. 

Garantisce una misurazione precisa e ha anche il vantaggio di essere sempre pronto all’uso e di permettere la misurazione della temperatura in varie parti del corpo, oltre ad essere disponibile a prezzi contenuti.

Di contro, essendo realizzato in vetro può rompersi facilmente e il tempo necessario per la rilevazione è di almeno 4-5 minuti.

La differenza nel tempo di misurazione della temperatura è la distinzione principale tra un termometro tradizionale e un termometro digitale

Con quest’ultima tipologia di termometro infatti impiega davvero pochi secondi per misurare la temperatura corporea, potendo essere utilizzato anch’esso in diverse zone del corpo, ascelle come incavo ascellare o anche bocca e orifizio anale. 

Dotato di sensori elettronici di calore che trasmettono le variazioni di temperatura a un microcircuito, il termometro digitale mostra il dato rilevato su un display a cristalli liquidi.

Funziona tipicamente a batteria e ha un costo molto contenuto.

I termometri a distanza funzionano a infrarossi, in grado di rilevare le radiazioni termiche emesse da un corpo umano convertendole in temperatura corporea. 

Detti anche termometri frontali, proprio perché trovano nella fronte di un individuo il punto privilegiato della rilevazione, hanno il grande vantaggio di poter essere utilizzati a distanza, senza cioè bisogno di toccare il corpo del paziente. 

La misurazione si effettua in pochissimi secondi, il che li rende il dispositivo privilegiato in strutture non ospedaliere, quali per esempio aeroporti, stazioni o centri commerciali. 

Di contro, possono non essere del tutto precisi in quanto la temperatura rilevata sulla fronte può variare se questa risulta essere bagnata o sudata, oltre al fatto di non essere adatti alla misurazione su neonati nei primi sei mesi di vita. 

Una misurazione più accurata della temperatura, specie per i bambini, è garantita da un particolare tipo di termometro a infrarossi, il termometro auricolare, da posizionare sulla cavità auricolare. 

E’ meglio il termometro a mercurio o digitale? Pro e contro

In ambito medicale si preferisce comunque utilizzare termometri tradizionali o digitali

Ma qual è il termometro più affidabile tra queste due tipologie?

Negli ultimi anni, dopo la messa al bando del mercurio, sono stati messi in commercio particolari termometri tradizionali ecologici dove il mercurio è stato sostituito da una lega di gallio, non tossica e facilmente smaltibile.

Forniscono una rilevazione sufficientemente precisa e possono essere utilizzati per molti anni, anche se come detto la rilevazione dura alcuni minuti, il che li rende meno pratici da utilizzare in situazioni di emergenza. 

Proprio per questo motivo si è sempre più diffuso il termometro digitale, molto più affidabile, più preciso, di facile lettura e veloce in termini di rilevazione. 

Una rapidità che lo rende lo strumento migliore per misurare la temperatura su neonati e bambini fino a tre anni d’età. 

Nei modelli più avanzati di termometri professionali poi c’è anche la possibilità di memorizzare i dati rilevati, il che li rende utilissimi in ambito ospedaliero per tracciare l’evolversi di una particolare malattia.

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